“Questo tempo difficile, che porta i segni profondi delle ferite ma anche delle guarigioni, vorremmo che fosse soprattutto un tempo di preghiera”. Lo scrivono i vescovi italiani, nel messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia, approvato dal Consiglio episcopale permanente (Cep) e diffuso oggi. “Le diverse e, talvolta, sofferte condizioni di molte famiglie saranno al centro delle preghiere individuali e comunitarie”, l’auspicio della Chiesa italiana, secondo cui “questo ‘tempo sospeso’ rischia di alimentare fatiche e angosce, specialmente quando si acuiscono le tensioni tra i coniugi, per i problemi relazionali con i figli, per la mancanza di lavoro, per il buio che si prospetta per il futuro!”. “Sappiamo che il bene della società passa anzitutto attraverso la serenità delle famiglie”, scrive il Cep: “Auspichiamo, perciò, che le autorità civili le sostengano, con grande senso di responsabilità ed efficaci misure di vicinanza, e che le comunità cristiane sappiano riconoscerle come vere Chiese domestiche, esprimendo attenzione, sostegno, rispetto e solidarietà”. “Anche le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza”, fanno notare i vescovi: “Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Le ristrettezze possono divenire un’opportunità per accrescere e qualificare i momenti di preghiera nella Chiesa domestica; per riscoprire la bellezza e la profondità dei legami di sangue trasfigurati in legami spirituali. Sarà opportuno favorire alcune forme di raccoglimento, preparando anche strumenti che aiutino a pregare in casa”.