La Chiesa cattolica in Austria ha deciso spontaneamente, in accordo con il governo, di sospendere le celebrazioni pubbliche fino al 6 dicembre: su questa decisione torna il portavoce dei vescovi, Paul Wuthe, per spiegarne le ragioni e le possibilità che hanno i credenti di vivere la loro fede in questo tempo, attraverso alcuni video che oggi sono stati pubblicati sul sito della Conferenza episcopale. All’origine dei video il fatto che “molte persone abbiano domandato come si sia giunti a questa sorprendente decisione”, spiega lo stesso Wuthe. Gli accordi definiti con il governo prevedono che “si tratti di una sospensione limitata nel tempo”, per un periodo durante il quale le chiese devono poter restare aperte per la preghiera personale, così come resta possibile il fatto che le celebrazioni siano celebrate in piccoli gruppi, “a beneficio di tutta la comunità ecclesiale”; continua ad essere possibile che i sacerdoti e gli operatori pastorali siano al fianco dei malati e dei morenti, così come la celebrazione dei funerali, con un massimo di 50 persone. In un altro video, spiega poi che cosa si intende per celebrazione in piccoli gruppi: minimo 5 e massimo 10 persone i cui nomi devono esser registrati, obbligo della mascherina e della distanza, senza cantare, e più breve possibile.
Resta possibile unirsi alle numerose celebrazioni trasmesse su radio, televisioni e siti internet, i cui riferimenti sono raccolti in un sito apposito (www.katholisch.at/gottesdienste). Tutto questo perché “nessun Paese nel mondo ha tassi così alti di contagio in rapporto alla popolazione come l’Austria”, sia all’inizio del lockdown, ma anche adesso, dopo una settimana, spiega Wuthe.