“È importante sostenere i Paesi più poveri, soprattutto durante questa pandemia quando 115 milioni di persone, in tutto il mondo, rischiano di finire nell’indigenza”. Con queste parole il primate anglicano Justin Welby ha criticato l’intenzione del governo britannico di ridurre i 15 miliardi di sterline, quasi 17 miliardi di euro, che ogni anno invia ai Paesi in via di sviluppo. Anche gli ex premier britannici David Cameron e Tony Blair, insieme ai portavoce di 200 associazioni che lavorano nel sociale, hanno dichiarato che sarebbe un errore ridurre lo 0,7% del prodotto interno lordo del cosiddetto “overseas budget”. Una decisione non è ancora stata presa ma, secondo la stampa britannica, le intenzioni del governo sarebbero di portare allo 0,5% la quota di fondi per il Paesi più poveri benché il premier Boris Johnson abbia annunciato un aumento di 16,5 miliardi di sterline, oltre 18 miliardi di euro per la difesa, l’incremento più importante dalla fine della guerra fredda. “Ho visto il bene compiuto da questi soldi in tutto il mondo”, ha dichiarato l’arcivescovo di Canterbury al giornale domenicale “Observer”. “La nostra generosità e le nostre strategie hanno migliorato la vita di molte comunità. Con il suo insegnamento Gesù ci dice di non limitare la definizione di ‘vicini’ solo a coloro che sono fisicamente accanto a noi. È un messaggio che vale anche quando ci sono crisi gravi come questa pandemia”.