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Parlamento Ue: 700mila senzatetto in Europa, servono politiche di inclusione, lavoro e assistenza sanitaria

Foto Calvarese/SIR

Senzatetto, emergenza sociale; violenza contro le donne, nodo da affrontare con decisione e senza ulteriori indecisioni. Sono due dei temi all’ordine del giorno del Parlamento europeo, che da oggi pomeriggio sino a giovedì si riunisce in plenaria. La sessione si svolge ancora una volta nella formula mista, on line e in presenza. La sessione si apre con il voto di una risoluzione per affrontare il problema dei senzatetto ed eradicare l’esclusione abitativa nell’Ue entro il 2030. Nel progetto di risoluzione non legislativa, redatto dalla commissione parlamentare per le petizioni, viene messa in evidenza la precaria situazione di vita di oltre 700mila persone che ogni notte si ritrovano senza un tetto in Europa, con un aumento del 70% in un decennio. “L’alloggio è un diritto umano fondamentale, perciò – chiarisce una nota dell’Eurocamera – si chiede un’azione più forte da parte della Commissione e dei Paesi Ue per porre fine al fenomeno”, con interventi volti all’inclusione. Per raggiungere questo obiettivo, il Parlamento “raccomanda di aumentare i finanziamenti Ue per gli Stati membri, lavorare sulla prevenzione e sull’intervento precoce, fornire pari accesso ad assistenza sanitaria e istruzione, sostenere l’integrazione nel mercato del lavoro, depenalizzare il fenomeno dei senzatetto e attuare delle strategie nazionali a lungo termine”.
Mercoledì, invece, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si svolgerà un dibattito che porrà l’accento sull’aumento della violenza domestica durante la pandemia. I deputati discuteranno gli ultimi sviluppi relativi alla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza domestica e alla violenza contro le donne. “In un momento in cui l’aumento dei casi di violenza domestica in molti Paesi dell’Unione è stato ulteriormente aggravato dall’isolamento, è probabile che il Parlamento esorti gli Stati membri che non hanno ancora ratificato la Convenzione a farlo”.

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