“Oggi, più che mai, ci schieriamo con l’immensa maggioranza dei libici che rifiutano lo status quo, qualsiasi opzione militare o violenta per risolvere la crisi e il terrorismo. Condividiamo la loro opposizione a tutte le interferenze straniere e sosteniamo la loro determinazione ad unirsi in un dialogo pacifico e patriottico”. Si chiude con queste parole la dichiarazione congiunta con cui Francia, Germania, Italia e Regno Unito “accolgono con favore i risultati del primo round del Foro di Dialogo Politico Libico – che si è svolto a Tunisi dal 7 al 15 novembre – sulla base della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2510 (2020) e delle conclusioni della Conferenza di Berlino sulla Libia”.
“Al Foro, i libici hanno concordato una tabella di marcia per giungere alle elezioni nazionali il 24 dicembre 2021. Questo è un passo importante per ripristinare la sovranità della Libia e la legittimità democratica delle sue istituzioni”, prosegue la dichiarazione, nella quale si sottolinea che “questi sforzi politici si fondano sull’accordo per un cessate il fuoco complessivo concluso a Ginevra il 23 ottobre e sui progressi nell’ambito della Commissione militare congiunta libica (5 + 5)”. “Ribadiamo il nostro appello alle parti libiche ad attuare pienamente l’accordo di cessate il fuoco”, aggiungono i governo di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, esprimendo “apprezzamento per gli sforzi compiuti dalle parti libiche durante i loro incontri nelle città libiche di Ghadames, Sirte e Brega”. Inoltre vengono esortate “le parti libiche, con il sostegno di Unsmil, a concordare un meccanismo per l’utilizzo equo e trasparente dei proventi petroliferi, a beneficio del Popolo libico”.
Rispetto poi alla prossima sessione del Foro di dialogo politico libico che inizierà – in modalità virtuale – il 23 novembre, i quattro Paesi europei sostengono che l’ottenimento di “un nuovo quadro unificato di governance, basato sull’accordo raggiunto a Tunisi che delinea la struttura e le prerogative per il nuovo Consiglio presidenziale riformato e un separato Capo di Governo che guiderà la transizione” fornirebbe “un forte segnale di unità e di ownership libica del futuro politico del Paese”.