“Porsi come nuovo attore nel sistema internazionale per l’implementazione degli obiettivi già consacrati in strumenti internazionali quali la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo, il Protocollo opzionale allo stesso sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati – di cui quest’anno si celebra il 20° anniversario – nonché la Risoluzione 1325/2000 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. È questo l’obiettivo della Rete accademica internazionale “per creare occasioni di riflessione scientifica sul tema dei minori vittime delle guerre attraverso attività di ricerca e didattica volte a promuovere la sensibilizzazione sul dramma vissuto dai bambini in situazioni di conflitto armato”, nata in occasione della prima Settimana accademica internazionale dedicata alla protezione dei bambini nei conflitti armati, organizzata dall’Universities Network for Children in Armed Conflicts con il sostegno del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Si tratta – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa in una nota – di una Rete ma anche un laboratorio scientifico e umanitario sempre aperto, che già unisce 38 Atenei da diversi Paesi dell’Ue, dell’area balcanica, dell’Africa, dell’America del Nord, dell’America Latina, del Medio Oriente. “I bambini sono la nostra risorsa più preziosa e i loro diritti devono essere tutelati ovunque e in ogni circostanza”, ha dichiarato la vice ministra degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Marina Sereni. L’auspicio della Rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini nei conflitti armati, Virginia Gamba, è che il Network possa diventare “il moltiplicatore di forza” di cui la comunità internazionale ha bisogno “per garantire che i bambini non siano più usati e abusati da, nei e per i conflitti armati”. A conclusione della prima Settimana Accademica, l’Universities Network for Children in Armed Conflicts è già impegnata a promuovere attività di ricerca e formazione per contribuire a garantire la protezione dei bambini coinvolti direttamente e indirettamente in conflitti armati e prevenire le gravi violazioni nei loro confronti.