“Nella sua parola e nella sua vita egli è stato testimone del Vangelo di Gesù”. Così l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia proclamata stamattina in cattedrale per le esequie di mons. Paolo Ristori, morto sabato scorso, all’età di 89 anni, a lungo proposto e poi arciprete del Capitolo metropolitano fiorentino. “Vivere la vita come atto d’amore per gli altri significa entrare nel potere con cui Dio trasforma la nostra povera vita umana in vita divina e quindi destinata all’eternità”.
Ricordando il testamento spirituale di mons. Ristori, il cardinale ha sottolineato che le sue parole “dicono bene quello che in ogni celebrazione esequiale occorre riaffermare: la fede nella risurrezione e nella vita eterna”. “La pienezza della vita è il compimento del progetto di amore che Dio ha per l’umanità e che, come ricorda Gesù nel vangelo, ha la sua radice nell’amore con cui il Padre ama il Figlio dall’eternità”. Dall’arcivescovo un “grazie” a mons. Ristori per “la sua fedeltà generosa” nell’annunciare la Verità. “Essere una cosa sola con Cristo è il mistero stesso della Chiesa, qui sulla terra e poi nel cielo. E il mistero della Chiesa è stato vissuto in un modo tutto particolare da mons. Ristori, che ci lascia una ricca testimonianza di come il ministero di un prete si realizzi pienamente solo nell’adesione piena alla Chiesa. Questo perché il Signore gli ha riservato di vivere il suo ministero accanto a due soggetti fondamentali della realtà della Chiesa: il vescovo e la cattedrale”. Infine, il pensiero alla “dimensione ecclesiale dello stare con il Signore”, “un’eredità preziosa che mons. Ristori ci lascia”.