“Nel periodo 28 ottobre–10 novembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,18 (95% CI: 0,94 – 1,49). Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni/Province italiane; da questa settimana in alcune Regioni/Province italiane il valore di Rt stimato è inferiore a 1”. È quanto emerge dal report del monitoraggio sulla situazione Covid-19 di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità relativo al periodo 9-15 novembre 2020, diffuso ieri sera.
Il report segnala che “sono state riportate molteplici allerte relative alla resilienza dei servizi sanitari territoriali in quasi tutte le Regioni/Province italiane”. Si osserva complessivamente “una criticità nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal Ministero della Salute) sia per completezza”. Il dato epidemiologico analizzato è relativo alla settimana 9-15 novembre 2020 che al momento è il dato consolidato più recente disponibile. Di per sé, “questo costituisce una conferma della generale criticità di resilienza diffusa su tutto il territorio nazionale e dovuta alla gravità della situazione epidemiologica”. Come conseguenza questo può portare ad “una sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza”.
Il dato relativo alla occupazione dei Posti letto utilizzato per il calcolo degli indicatori 3.8 e 3.9 questa settimana è aggiornato al 17 novembre 2020, al momento il dato più aggiornato disponibile.
Questa settimana c’è stato “un recupero nella percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento di contatti (19,8% vs 16,7% della settimana precedente)”. Si osserva, tuttavia, “un leggero aumento nella percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (34,0% vs 32,1% della settimana precedente) e una diminuzione della percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (29,1 vs 33,6% della settimana precedente). Resta non trascurabile (17,0%) la percentuale dei casi per cui non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico”.
Continua ad aumentare, anche se in maniera lieve, “il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (91.499 vs 87.202 della settimana precedente)”.