“L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha comunicato la sua ‘incompetenza’ a prendere provvedimenti sulle pubblicità online, attraverso i motori di ricerca del web, di aziende straniere che promuovono in Italia la pratica illecita della surrogazione di maternità, pur riconoscendo – ovviamente – che si tratta di attività illegali che meritano ‘le severe sanzioni penali previste dalla legge’. A questo punto dovrebbero intervenire le procure ed è preoccupante che in uno Stato di diritto quale il nostro, non lo abbiano già fatto. Ci sarà pur un giudice a Berlino”. Lo dichiara Alberto Gambino, giurista, presidente di Scienza & Vita, che aveva sollevato il problema.