La crisi provocata dal Covid-19 sta avendo pesanti ricadute sulle regioni e le città dell’Ue. Lo dicono i risultati di una indagine del Comitato europeo delle regioni (Cdr) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) svolta a luglio. Su 480 partecipanti, il 63% ha valutato l’impatto della crisi “forte” o “molto forte”. Per il 46% degli enti locali e regionali la sfida principale è stata la carenza di mezzi tecnici e attrezzature; per il 39% la mancanza di risorse finanziarie. È circa la metà degli intervistati a giudicare efficace il coordinamento a livello locale e regionale o con i governi nazionali. L’86% delle città e delle regioni prevede un aumento della spesa, in particolare per i servizi sociali (64%) e le prestazioni sociali (59%), ma il 90% si attende un calo delle entrate, con ricadute pesanti per gli investimenti pubblici. Al momento dell’indagine, circa il 24% dei governi subnazionali prevedeva di chiedere nuovi prestiti per far fronte alla crisi. Il 13% degli intervistati aveva già chiesto finanziamenti supplementari dell’Ue, il 49% stava valutando di farlo. Per Nicola Irto, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, “le regioni hanno bisogno di procedure semplificate e di ulteriore flessibilità nei rapporti con le istituzioni europee, per far fronte all’eccezionalità del momento che impone di superare le regole ordinarie, attraverso una maggiore fiducia nelle capacità amministrative delle comunità regionali”.