“Nonostante gli sforzi posti in essere per rafforzare il nostro sistema sanitario l’evoluzione dell’epidemia, soprattutto in riferimento ai dati delle ultime settimane e degli ultimi giorni, risulta molto preoccupante”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante le Comunicazioni alla Camera dei deputati sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
“Il quadro epidemiologico è in transizione verso uno scenario di tipo 4, con particolare riferimento ad alcune Regioni che già nel breve periodo accusano il rischio di tenuta dei servizi sanitari”, ha confermato il premier che ha parlato di situazione “grave, con specifiche criticità in molte Regioni e Province autonome”. Ci saranno “effetti positivi” delle misure restrittive introdotte con il Dpcm del 24 ottobre ma nessuno è in grado di “pronosticare la misura di questo impatto”. “Siamo costretti ad intervenire, in un’ottica di prudenza e massima precauzione, per attuare ulteriori misure e perseguire una più stringente strategia contenitiva e mitigativa del contagio”, ha annunciato Conte, che sarà “modulata in base alle differenti criticità individuate nei territori, graduando la severità delle misure in considerazione della più elevata circolazione del virus e del più elevato rischio di tenuta dei servizi sanitari”. Si attuerà “un regime differenziato” tra territori, diverso dal “lockdown generalizzato” di marzo. “Se riproponessimo un regime restrittivo indistinto, indifferenziato su tutto il territorio nazionale otterremmo il duplice risultato negativo”, ha spiegato, facendo riferimento a “misure non adeguate ed efficaci” al contenimento del contagio in certe aree e alla troppa “severità” che sarebbe imposta nelle altre aree dove al momento non è necessaria. “Il prossimo Dpcm individuerà tre aree” riferite ad “altrettanti scenari di rischio” con misure via via più restrittive.