“Recandovi in questo tempo al cimitero mi auguro che sentiate non solo la presenza dei vostri cari, vivi presso Dio, ma anche la presenza di una Chiesa che si fa vicina a tutti voi per sciogliere i nodi che un lutto porta con sé, asciugando ogni lacrima e illuminando la vostra vita con la luce della risurrezione del Cristo Gesù che ha vinto la morte per sempre”. Lo ha scritto il vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti, in un messaggio alla diocesi in occasione della Commemorazione dei fedeli defunti.
“In queste ultime settimane – osserva il vescovo – il virus Covid-19 ha ripreso la sua corsa contagiosa e di pari passo ha aumentato la paura e la preoccupazione in moltissime persone. Tutto ciò avviene in un momento in cui le comunità cristiane dopo la festa dei Santi commemorano i propri cari defunti sepolti nei cimiteri dei nostri paesi”. Ricordando che, per volere di Papa Francesco, l’indulgenza plenaria può essere applicata per tutto il mese di novembre, mons. Brunetti invita ad “una visita ai nostri cari defunti fatta con tranquillità senza ressa e nella preghiera, cogliendo così l’opportunità di riflettere sul mistero della morte e della risurrezione, ma anche per dimostrare vicinanza a quanti vivono il tempo del lutto a causa della perdita recente, o anche passata, di una persona cara”. “Penso alle persone decedute a causa del virus, ma non solo, anche per altre malattie, siano essi anziani che hanno concluso la loro vita terrena, siano giovani e meno giovani nel pieno della loro esistenza”, prosegue il vescovo che, nell’occasione, ricorda “in modo particolare i 9 sacerdoti che il Signore ha chiamato a sé da questa vita in questo anno, assottigliando il nostro presbiterio”. “Condivido questa nostra perdita con le perdite che hanno avuto tutte le famiglie di persone vicine e che in questo tempo riemergono alla nostra mente chiedendoci di elaborare il lutto che portiamo in noi”, aggiunge. “A tutti capita prima o poi di vivere l’esperienza del lutto. Nella maggior parte dei casi questa ferita si rimargina col tempo, grazie anche al concorso della preghiera personale e della grazia dei sacramenti; in altri casi la ferita è così profonda che il dolore per la perdita del genitore, del coniuge o addirittura del proprio figlio necessita di un balsamo oltremodo potente di amore e di speranza, per non divenire insanabile”. “La comunità cristiana – assicura il vescovo – che si fa presente e vicina nel momento della morte di un proprio congiunto, con la celebrazione della veglia funebre e del funerale, vuole continuare a essere accanto a chi elabora il proprio lutto anche dopo il momento delle condoglianze, attraverso la preghiera e l’ascolto consolatorio che si apre a un’autentica speranza di vita oltre la morte”.