Cinema e teatro: addio a Gigi Proietti, nel giorno del suo 80° compleanno. Giraldi-Perugini (Cnvf): “artista totale, strappava sorrisi con la sua ironia acuta”

(Foto ANSA/SIR)

Se ne va il giorno del suo compleanno, il 2 novembre, proprio al compimento degli 80 anni. Questa mattina all’alba è arrivata la notizia della morte a Roma per problemi cardiaci di Gigi Proietti, regista, attore, comico e conduttore tra teatro, cinema, televisione, alla guida dall’inizio degli anni Duemila del Globe Theatre. Classe 1940, Gigi Proietti negli anni ’60 si forma in ambito teatrale e nel cabaret della Capitale, seppure inizialmente accontenta la famiglia iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza. Il teatro gli regala subito i primi ruoli di successo a partire dal 1970 con Garinei e Giovannini, “Alleluja Brava Gente”. Sono però soprattutto gli spettacoli “One Man Show” a dargli grande popolarità nel corso degli anni ’70 tra cui il celebre “A me gli occhi, please” (1976), più volte riadattato nel tempo.
“Al cinema – ricorda Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film Cei – Proietti inizia a muovere i primi passi già nei film di Ettore Scola e Alessandro Blasetti degli anni ’60, ma il periodo d’affermazione coincide con il decennio successivo dove mette in fila collaborazioni di peso con Mario Monicelli, Elio Petri, Sergio Citti e soprattutto Steno. Con quest’ultimo gira infatti ‘Febbre da cavallo’ nel 1976, e quel suo ruolo da scommettitore alle corse di cavalli, Mandrake, diventa nel tempo una maschera comica cult”. Negli anni, prosegue sempre Giraldi, “il rapporto tra Proietti e il cinema è stato sempre continuo, ma a corrente alternata. Nella sua vita artistica il grande schermo si mantiene in secondo piano rispetto al teatro. Da ricordare comunque negli anni Duemila sono gli ultimi lavori come ‘Il premio’ del 2017 per la regia di Alessandro Gassmann e ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone del 2019 dove cesella il ruolo del Mangiafuoco”.
Un altro ambito di grande successo per Proietti è la televisione, tra la conduzione di show su Rai Uno e le molte serie televisive. Come sottolinea Sergio Perugini, segretario della Commissione film Cei: “Proietti ha guidato la carica della nuova stagione d’oro della fiction italiana, decollata negli anni ’90. Con il suo ‘Maresciallo Rocca’ (1995-2005) ha ipnotizzato davanti allo schermo milioni di spettatori, con punte di 12-13milioni a puntata e il 40% di share. Tra le fiction di maggior richiamo si ricordano anche ‘L’avvocato Porta’, ‘Preferisco il Paradiso’ su san Filippo Neri e ‘Una pallottola nel cuore’ nei panni del giornalista di cronaca nera Bruno Palmieri”.
Gigi Proietti, rimarcano insieme Giraldi e Perugini, “era un artista totale, capace di calcare qualsiasi palcoscenico, dal teatro al cinema, ai grandi show targati Rai Uno. Un artista con una presenza scenica magnetica e uno stile personalissimo, dove la carica ironica era la cifra principale del suo modo di esprimersi. Un artista, un uomo, sempre con il sorriso, che ha formato anche schiere di interpreti e di comici tra cui Enrico Brignano, Flavio Insinna o Gabriele Cirilli”.

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