Bartolomeo Sorge: Tintori (politologa), grande osservatore della realtà sociale ed ecclesiale. “Faceva dell’umorismo una virtù”

Chiara Tintori con padre Bartolomeo Sorge

“Ma come faceva? Molte volte, al termine delle nostre chiacchierate telefoniche e degli scambi mail, mi domandavo come facesse, a 91 anni, ad essere così lucido, sintetico, profondo”. Chiara Tintori, politologa, già redattrice di Aggiornamenti Sociali, ricorda padre Bartolomeo Sorge. Tintori ha avuto una lunga collaborazione con il gesuita scomparso oggi, anche per dare alle stampe il libro, a doppia firma, “Perché il populismo fa male al popolo?”. “Non sono riuscita a trovare altra risposta che nelle sue radici in Dio. La sveglia alle 3.30, l’Eucarestia e la Parola a fondamento delle sue giornate e poi via a immergersi nella rassegna stampa quotidiana. Un gesuita immerso nella storia del suo tempo, qualunque tempo”. Tintori spiega al Sir: “Dopo la formazione, Roma, Palermo, Milano e infine Gallarate. Padre Bartolomeo era tornato dove aveva cominciato da giovane gesuita gli studi filosofici, all’Aloisianum. Qui era ‘eremita’ da febbraio di quest’anno a causa del Covid; eppure anche in questi mesi mai una parola fuori luogo, mai un lamento. Piuttosto si era attrezzato per le videochiamate e per le dirette via social. Padre Sorge passeggiava nel mondo con una leggerezza straordinaria”.
“La leggerezza – aggiunge Chiara Tintori – è stato un tratto distintivo dello sguardo con cui osservava la realtà sociale, politica ed ecclesiale. È agilità, non superficialità; la leggerezza è quella predisposizione che lo faceva essere in pace, sempre e comunque, qualunque cosa accadesse”. Ricorda: “Durante una telefonata a metà agosto, cominciai con la domanda di rito: ‘Con questo caldo come va?’; ‘Eh si sente, ma si sopporta’, rispose lui. ‘Per forza, si prende quello che viene’, dissi io. E lui, subito: ‘Non per forza, ma per amore’. Eccomi spiazzata, come spesso accadeva nei dialoghi con lui”.
“La leggerezza lo portava ad essere anche molto ironico, pure su se stesso. L’umorismo era per lui la quarta virtù e non c’è stata telefonata in cui, molto spontaneamente, non ci prendessimo in giro, con grande serenità e libertà. La libertà che lo ha contraddistinto gli ha permesso di prendere la parola in modo preciso e profondo sui nostri tempi; la libertà gli ha permesso di denunciare il populismo come cancro della democrazia, di appellarsi all’Europa come ancora di salvezza nel tempo presente, di incoraggiare la Chiesa affinché attuasse il Concilio, senza esitazione. La libertà dei 90 anni gli ha consentito di esprimere giudizi su politici, uomini di governo, personaggi pubblici con grande senso di responsabilità e distacco, al tempo stesso”.
Non da ultimo: “Leggerezza, libertà e stupore. Padre Sorge era capace di meravigliarsi davanti a qualunque cosa succedesse. Quello stupore che sapeva valorizzare gli imprevisti, che rimetteva tutto nelle mani della Mater Divinae Gratiae, alla quale aveva dedicato tutta la sua vita”.
Ai primi di dicembre uscirà, postumo, per le Edizioni Terra Santa, un nuovo libro, scritto da Sorge e Tintori, intitolato: “Perché l’Europa ci salverà. Dialoghi al tempo della pandemia”.

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