“Il sistema sanitario così come è organizzato oggi non è sostenibile. C’è una concentrazione delle spese in una fase più avanzata della vita, con un picco per la fascia fra i 65 e i 70 anni. Stiamo creando una bomba a orologeria perché la popolazione continua a invecchiare. Ad oggi vengono destinati alla cronicità 77 miliardi su circa 118 e secondo le stime dell’Istat la spesa salirà fino al 2060”. Lo ha detto Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Roma e direttore di Altems, intervenuto alla IV Conferenza nazionale sull’assistenza primaria, organizzata dall’Istituto superiore di studi sanitari “Giuseppe Cannarella”. “Per la gestione dell’emergenza – ha spiegato all’incontro online che si è chiuso ieri – sono state immesse ulteriori risorse pari a circa 5,3 miliardi di euro. Per il 2021 ci aspettiamo una crescita della spesa di circa un miliardo in più a fronte di una inflazione in crescita”. Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, l’esperto parla di “disinvestimento” negli ultimi anni, mentre i modelli di gestione territoriale risultano poco chiari “per la molteplicità degli attori che intervengono”. Quali allora le azioni necessarie per rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dalla cronicità? “Ridurre le complicanze, ottimizzare l’uso dei setting assistenziali, ovvero usare l’ospedale solo quando c’è bisogno, promuovere l’aderenza e l’engagement. Il punto – ha concluso Cicchetti – è quali funzioni e competenze vengono usate per la assistenza primaria in un sistema sostenibile”.