Un’altra buona notizia sul fronte della lotta al Covid-19 arriva dall’Università di Oxford dove il vaccino sviluppato dall’ateneo, in collaborazione con Astra Zeneca e la ditta Irbm di Pomezia Terme, ha dimostrato – secondo l’ateneo – una forte risposta immunitaria in adulti sessantenni e anche settantenni. Aumenta, così, la speranza che potranno essere protette le categorie più a rischio di essere contagiate dal virus. A riferire di questi ultimi sviluppi è la rivista scientifica “Lancet” che racconta come, in un gruppo di 560 adulti sani, tra i quali 240 con oltre settant’anni, il vaccino sia stato tollerato meglio da chi era più avanti con l’età rispetto ai più giovani. Non solo. La risposta immunitaria al siero è stata simile nelle diverse fasce di età, a cominciare dai diciottenni fino agli ultrasettantenni. Anche gli effetti collaterali provocati dalla vaccinazione come affaticamento o mal di testa erano meno frequenti tra gli anziani rispetto ai giovani. Il risultato è ritenuto importante perché, come hanno spiegato i ricercatori di Oxford, il sistema immunitario tende a deteriorarsi con l’età e le vittime del Covid-19 si trovano soprattutto tra chi è più avanti negli anni. I volontari dell’università di Oxford hanno ricevuto due dosi del vaccino senza sviluppare forti sintomi negativi. Tuttavia il dottor Maheshi Ramasamy, uno degli scienziati del gruppo di ricerca, ha spiegato che “saranno necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati”.