In Italia continuano a diminuire le nascite, crescono le disuguaglianze tra bambini e ragazzi e cala la partecipazione alle attività educative. Lo si legge nel Rapporto Asvis 2020, come ricorda una nota stampa diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia che ricorre domani.
I dati dei nuovi nati confermano il trend negativo: “In dieci anni abbiamo perso oltre 385mila minori. Oggi rappresentano il 16% del totale della popolazione e l’incidenza degli 0-14enni è la più bassa tra i Paesi dell’Ue (13,2% contro il 20,5% della capofila Irlanda)”, si legge nel report. La pandemia ha avuto un grave impatto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, come evidenziato dal WeWorld Index 2020. In 110 dei 172 Paesi analizzati, donne e bambini stanno subendo una forma di esclusione sociale, mentre due Paesi su tre non garantiscono una vita dignitosa alle fasce più vulnerabili.
Secondo il KidsRight Index 2020 è l’Islanda il Paese in cui i diritti dei bambini sono garantiti al meglio, seguita da Svizzera e Finlandia. L’Italia risulta al 15° posto.
Se in Europa, già prima della pandemia, un bambino su quattro era a rischio di povertà ed esclusione sociale, in Italia lo è uno su tre: nel 2019 quasi 1,7 milioni di famiglie erano classificate in povertà assoluta, di cui oltre 1,1 milioni minori. Un sostegno, ricorda Asvis, è arrivato dal Decreto “Cura Italia”, che ha istituito un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i dipendenti del settore sanitario pubblico e privato. Il provvedimento è inoltre intervenuto sulla necessità di garantire la cura dei figli durante il periodo di emergenza, prevedendo 15 giorni di “congedo straordinario” al 50% di retribuzione usufruibile da tutti i lavoratori dipendenti, privati e pubblici, con figli fino a 12 anni di età. Il Decreto “Rilancio” è invece intervenuto a supporto della condivisione del lavoro di cura dei figli per i genitori occupati.