Auspicando la partecipazione degli altoatesini ai test rapidi a tappeto in Alto Adige, come “segno di solidarietà e amore verso il prossimo”, il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, osserva che “ogni tassello in più nelle misure di prevenzione può essere fondamentale per spezzare la catena del contagio. È richiesto il contributo di ciascuno, un segno di maturità, responsabilità, rispetto e di un concreto amore per il prossimo”. “Negare o minimizzare la pericolosità del virus – aggiunge il presule – è un oltraggio a tutti i malati e a coloro che li assistono, a tutti i defunti e a coloro che li piangono”.
In questa emergenza, sottolinea il vescovo, “in gioco non c’è solo la salute del corpo, ma anche l’umanità delle persone, che va protetta ripensando e anche correggendo la lista delle priorità della nostra vita e della nostra società. La mentalità del ‘sempre di più’ non ci rende più umani”. Anche questa revisione, afferma il vescovo usando un’espressione molto in voga in tempi di Covid, “sarebbe davvero di ‘rilevanza sistemica’ per la comunità e il creato”.
Contestualmente al suo appello il vescovo rinnova quindi il grazie “a tutti coloro che nei vari settori della vita sociale tutelano il lato umano della persona. Ringrazio quanti, anche nelle attuali condizioni, organizzano e animano le nostre celebrazioni liturgiche. Sono vicino con la preghiera alle persone sofferenti, ammalate e anziane, e ai tanti che le assistono sul piano sanitario, sociale e spirituale. E a chi in questa situazione deve prendere decisioni difficili a livello politico”, conclude il vescovo.