Il fiume Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di due metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per effetto di un andamento climatico del tutto anomalo in Italia per la mancanza di precipitazioni nel mese di novembre . È Coldiretti a lanciare l’allarme siccità in Italia con un abbassamento dei livelli dei fiumi a partire dal Po, che al Ponte della Becca è sceso ad un livello idrometrico di -2,39 metri, come nel mese di luglio; una situazione rappresentativa dei principali corsi d’acqua che presentano un deficit idrico rispetto allo scorso anno. Nel Mezzogiorno si aggrava la situazione idrica in Basilicata dove negli invasi si segnala un deficit di oltre 47 milioni sull’anno scorso e va verso il profondo rosso la situazione idrica in Puglia, i cui bacini trattengono ormai meno di 47 milioni di metri cubi, con un deficit di oltre 76 milioni sul 2019.
Gli effetti – sottolinea Coldiretti – “si fanno sentire soprattutto in campagna con una preoccupante siccità che fa temere per il mancato accumulo di scorte idriche necessarie per le coltivazioni mentre nei terreni assetati le nuove semine sono a rischio e inizia a scarseggiare il fieno per l’alimentazione degli animali”.
La mancanza di precipitazioni è accompagnata in Italia da un caldo anomalo. La mancanza di freddo “mette anche a rischio le future fioriture di alcune varietà di piante da frutto mentre il caldo sta ritardando le operazioni colturali nelle aziende agricole, come la vendemmia”, e mantiene attivi zanzare e parassiti. Il 2020 si classifica fino ad ora come l’anno più bollente mai registrato da 112 anni, conseguenza dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che in un decennio è costata all’agricoltura oltre 14 miliardi di euro.