Il virus corre, i contagi salgono, i governi impongono misure e le Chiese si adeguano, anche nel nord dell’Europa. Così ad esempio a Tallin, in Estonia, è stata aggiunta una ulteriore celebrazione della messa domenicale alle 14.30 nella cattedrale, oltre a quella delle 11 e alla trasmissione in diretta, e da oggi le catechesi settimanali dell’arcivescovo Philipp Jourdan per gli adulti saranno on line (continuano in presenza quelle per i piccoli). In Estonia i casi, dall’inizio della pandemia sono poco più di 8.300 e 85 i decessi; in questa seconda ondata i contagi giornalieri nell’ultima settimana hanno raggiunto la media di circa 200. In Finlandia, dove i casi totali non sono ancora arrivati a quota 20mila e i decessi poco sopra 370 (anche qui la media dei contagi giornalieri dell’ultima settimana è intorno ai 200), l’amministratore diocesano Marco Pasi, con una nota ha fatto sapere che “il termine per l’adempimento dell’obbligo di Pasqua che era già stato esteso dalla festa di Cristo Re (22 novembre), ora viene rimandato a una data al momento indefinita”, proprio a causa dell’epidemia.
In Svezia invece, dopo che il 16 novembre il governo ha annunciato che dal 24 novembre un massimo di 8 persone potrà partecipare a una riunione o a un evento pubblico, la diocesi di Stoccolma si è vista “costretta a cancellare tutti i servizi pubblici dal 24 novembre fino a nuovo avviso”, anche se le chiese continueranno ad essere aperte per la preghiera individuale. Il limite massimo vale ovviamente anche per “catechismo, attività corali, conferenze e tutte le altre attività nelle parrocchie”, dice la nota, che mette in allerta: “Il governo ha annunciato che per ora il divieto si applicherà per quattro settimane, ma che se non funzionerà, sarà esteso a Natale e Capodanno”.