Quest’anno “la ricorrenza odierna è ancora più sentita poiché non sono poche le difficoltà che le neo mamme e i neo papà devono affrontare seguendo doverosamente tutte le misure anti-contagio previste negli ospedali”. E’ quanto si legge in un comunicato della Federazione nazionale degli ordini della professione ostetrica (Fnopo), diffuso in occasione della Giornata mondiale della prematurità che ricorre oggi. “Sebbene uno dei pochissimi effetti positivi del lockdown sia stato il calo dei nati prematuri (dati che emergono da un recente studio internazionale che ha coinvolto diversi Paesi), la nascita pretermine è ancora un fattore di rischio per lo sviluppo e la salute del neonato”, sostengono le rappresentanti nazionali della categoria ostetrica. Fondamentali i controlli regolari in gravidanza perché “il monitoraggio delle condizioni di salute della donna e del feto possono intercettare possibili evoluzioni difformi dalla fisiologia consentendo pertanto di intervenire tempestivamente a salvaguardia di mamma e bambino”. Le ostetriche italiane “sono preparate e pronte per affrontare ogni evento della gravidanza” e “sono la figura di riferimento quando si prevede o si verifica una nascita pretermine e i genitori si trovano in una difficile condizione emotiva”, bisognosi di comunicare con professionisti caratterizzati da sensibilità, empatia e chiarezza. I colloqui con ostetriche, ginecologi e neonatologi sono parte integrante del percorso di cura secondo un approccio metodologico riportato nel documento “Nascere prima del termine: strumenti per il counselling perinatale alle famiglie” realizzato dalla Società italiana di medicina perinatale (Simp) in collaborazione anche con la Fnopo. Tra le pratiche maggiormente utilizzate nella gestione della prematurità, grande importanza riveste la cosiddetta “Kangaroo mother care”, ovvero consentire alle mamme e ai piccoli prematuri di avere un diretto contatto pelle a pelle, in modo da stabilire un rapporto tra loro e soprattutto favorire l’allattamento materno; “pratica che in fase epidemica deve trovare purtroppo una dolorosa rivisitazione al fine di prevenire il contagio da Covid-19”, concludono le rappresentanti delle ostetriche.