Non è accettabile che le autorità – sempre più spesso – dopo aver ricevuto segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà in acque internazionali, non intervengano in soccorso oppure temporeggino sulla responsabilità del salvataggio, così come denunciato in questi giorni da Alarm Phone e Open Arms. Lo evidenzia mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ricordando la tragica morte del piccolo Joseph, appena sei mesi, a causa del naufragio del barcone su cui viaggiava con la mamma.
“La sofferta scelta degli operatori di Open Arms riguardo alla diffusione del video dell’11 novembre – prosegue mons. Lorefice – riguarda la necessità ormai indifferibile di fare pressione sulla condivisione di nuove regole europee, che non si limitano solo agli aspetti formali degli obblighi di soccorso in mare, ma toccano la ben più essenziale cornice di valori, fortemente ispirata alla logica del messaggio evangelico e altrettanto fortemente ribadita nelle Costituzioni dei nostri Paesi, che ci fa considerare tra i diritti fondamentali dell’uomo quello alla vita e ad un’esistenza dignitosa. Ma la loro scelta contiene qualcosa di più: è un appello diretto che chiama ognuno di noi a guardare dentro un così grande dolore e a riconoscere come insopportabile il peso di un’umanità dilaniata, che ci chiede di sentirci ora più che mai ‘Fratelli tutti’”.
Un richiamo che si fa ancor più significativo nel tempo del Coronavirus, “quando – ammonisce l’arcivescovo – il più grande rischio che corriamo è quello di lasciare che un dramma prevarichi l’altro, che una morte ci appaia più ingiusta e inaccettabile di un’altra, che una richiesta di aiuto ci giunga più grave ed urgente di un’altra”. “Siamo invece più che mai chiamati a ricordare chiaramente – conclude il presule – che il dramma della migrazione e quello che ci trova inermi di fronte alla pandemia sono figli del medesimo squilibrio mondiale, della medesima logica divisiva nei confronti dei popoli e distruttiva nei confronti della Terra: solo affrontarli insieme e raccogliere insieme la sfida di una nuova umanità ci restituirà nuovamente quella promessa di futuro, un futuro vivibile per tutti”.