“Usare troppo spesso o male gli antibiotici, soprattutto quando non servono – come in caso di infezioni virali – non è solo inutile, è estremamente pericoloso per la salute e dannoso per il sistema sanitario poiché richiede procedure più impegnative e degenze prolungate, che in questo momento poi sono assolutamente da evitare”. Lo afferma Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico-scientifico di HappyAgeing – Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, alla vigilia della Giornata europea sull’uso consapevole degli antibiotici. “La pandemia sta mettendo in seria crisi il nostro sistema sanitario”, sottolinea Conversano, evidenziando come “abbiamo difficoltà a fermare il virus, ma possiamo contenere lo sviluppo di altre problematiche che solitamente congestionano gli ospedali e indeboliscono gli anziani: l’influenza stagionale, lo pneumococco, i ricoveri per herpes zoster – che possono essere evitati con i vaccini a disposizione – e anche le lunghe ospedalizzazioni causate dal fenomeno dell’antibioticoresistenza”. Secondo i dati riportati dall’Istituto superiore di sanità, in Europa si registrano ogni anno 33mila decessi per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici: oltre 10mila avvengono in Italia.
“Gli over 65 e gli anziani con cronicità sono i soggetti più minacciati dalla pandemia – aggiunge Conversano – poiché non abbiamo un vaccino per proteggerli dobbiamo rafforzarli su altri fronti: bisogna puntare sulle quattro vaccinazioni raccomandate dal ministero della Salute ed evitare che siano inermi, a causa dell’antibioticoresistenza, di fronte ad eventuali infezioni batteriche”. Per il presidente del Cts di HappyAgeing bisogna ricorrere ad un “utilizzo prudente degli antibiotici” oltreché opportuno “ricorrere allo screening e all’isolamento dei pazienti infetti negli ospedali e promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci che agiscono diversamente in quanto la resistenza agli antibiotici si sviluppa inevitabilmente nel tempo”.