Con un pensiero ai defunti per Covid-19, ai loro familiari e a quanti stanno soffrendo per le conseguenze anche economiche, sociali, lavorative della pandemia è iniziato il discorso inaugurale del presidente dei vescovi spagnoli, card. Juan José Omella Omella, arcivescovo di Barcellona, che ha aperto oggi pomeriggio l’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola (Cee), che prevede una doppia modalità di partecipazione da parte dei presuli, in parte in presenza nella sede della Cee a Madrid e in parte in collegamento on line.
“Questo coronavirus – ha detto il porporato – ha provocato un tornado che, se, da un lato, sta catalizzando tutti i mali della nostra epoca, dall’altro sta anche provocando l’attivazione di una moltitudine di forze tese al bene, che vogliamo incoraggiare e favorire da qualsiasi parte vengano”. Dall’arcivescovo di Barcellona anche un invito a “non permettere al virus di infettare le nostre anime con l’egoismo e la tentazione di dire ‘si salvi chi può'”. Ed è importante che “la pandemia continui ad aprire i nostri cuori e i nostri occhi verso i senza dimora, coloro che soffrono da soli, gli immigrati e i rifugiati bloccati alle frontiere, le donne vittime di tratta e prostituzione, i detenuti”. Pur essendo grande “il dolore nel nostro Paese”, “vogliamo seguire con attenzione e impegno i luoghi della Terra dove più si sta soffrendo questa e altre pandemie, come la violenza, la fame, il razzismo e la deforestazione in Amazzonia”. Il cardinale ha voluto anche ricordare il servizio, fino al dono della vita, di tanti professionisti, tra cui molti cattolici, di fronte all’emergenza legata al Covid, e anche l’impegno di sacerdoti, religiosi e laici, che hanno offerto, nei limiti del possibile, assistenza spirituale ai malati e alle famiglie. Ha rammentato anche il lavoro della Chiesa al fianco delle istituzioni pubbliche e private per il bene di tutti i cittadini, come pure le iniziative di parrocchie e reti del bene. “La Chiesa ha moltiplicato esponenzialmente la sua attenzione alle persone e alle famiglie vulnerabili – ha affermato il cardinale – attraverso la Caritas e la numerosa rete di organizzazioni promosse da ogni tipo di istituzioni e comunità cristiane”.
Ora, di fronte alla seconda ondata della pandemia, “la Chiesa deve impegnare tutte le sue energie per creare speranza”, l’invito del presidente dei vescovi spagnoli, che aggiunge: “La situazione in cui viviamo sta sottoponendo la società a uno stress intenso che esacerba le differenze tra l’una e l’altra. Di fronte al rischio che emerga il risentimento e la divisione, dobbiamo rafforzare la comunione per vincere questa sfida, che non è solo sanitaria, ma anche economica, sociale, politica e spirituale”. Il porporato ha invitato anche a “un’economia più umana” e a “migliorare la cultura politica e pubblica”.