“Con un giro d’affari che supera i 2 miliardi di euro il business del caro estinto in Italia attira sempre più l’interesse della criminalità organizzata per un comparto che conta oltre diecimila realtà specializzate a livello nazionale”. È quanto emerge da una analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), su dati Camera di Commercio di Milano, Lodi e Monza, in relazione all’inchiesta della procura nazionale antimafia, della Direzione distrettuale antimafia di Bari e della procura della Repubblica di Foggia, con 40 indagati ritenuti appartenenti o contigui all’organizzazione mafiosa foggiana e responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, usura, turbativa d’asta, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione.
“In piena emergenza Covid non viene risparmiato neppure il settore delle pompe funebri – evidenzia Uecoop – con il pizzo passato da 500 euro al mese a 50 euro a funerale per lucrare sul numero dei decessi. Quello del caro estinto è un comparto che a livello nazionale occupa direttamente oltre 25mila persone e crea un importante indotto con più di 34mila imprese fra tra marmisti, cofanisti, fioristi e rivenditori di articoli per cimiteri”. È anche “una area dove a fianco di sistemi economici legali, in cui operano anche diverse cooperative, che offrono servizi di alta qualità alle famiglie oltre a un approccio attento alle situazioni familiari, esistono però – conclude Uecoop – rischi di concorrenza sleale e di possibili infiltrazioni criminali come dimostra l’ultima inchiesta a Foggia e in altre 15 province italiane””.