“Si sta per concludere il tempo di permanenza, in cattedrale, della Venerata Effige della nostra patrona, la Madonna della Consolazione. Mai come in questo momento, tuttavia, i figli hanno bisogno della presenza visibile della loro Madre: per questo, con il conforto del provinciale dei padri Cappuccini, padre Pietro Ammendola, ho deciso che la nostra amata Patrona rimanga ancora tra di noi, in cattedrale, così come è avvenuto tante altre volte, nella storia della nostra Città, durante i momenti più difficili e calamitosi”. Lo ha annunciato con una lettera ai fedeli mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, a proposito del pellegrinaggio della patrona reggina in cattedrale. L’effige sarebbe dovuta ritornare all’Eremo, dove è venerata nell’ordinario, il 22 novembre. “Permettetemi di raggiungervi con cuore di padre – ha esordito mons. Morosini – in questo difficile momento – esposti come siamo alla paura di soccombere al dramma della pandemia, con tutti i mali psicologici, familiari, sociali ed economici che essa sta provocando”. L’arcivescovo reggino ha invocato “la nostra Avvocata” come “segno tangibile della provvidenza e della misericordia del suo Figlio: sia Lei a proteggere quanti sono segnati dal dolore di questa tremenda pandemia; quanti, a vario titolo, si prodigano per alleviare le sofferenze degli ammalati, coloro che sono preposti a difficili decisioni per la tutela della salute di tutti”. Riflettendo sul tempo che stiamo vivendo, mons. Morosini ha scritto che “dinanzi a questa tremenda tragedia che, ancora, si abbatte su di noi, so di non avere né scienza, né alcun umano potere se non quello di gridare a tutti la mia fede orante e l’accorato invito a pregare e a digiunare per implorare dal Signore e dalla sua Mamma la liberazione da questo flagello”. Domenica prossima, alle 11, in cattedrale, nella messa “affideremo alla Madre le sorti della nostra Città e delle nostre famiglie. Da quel giorno, ogni sera, in ogni famiglia si reciti il santo Rosario per un novenario di preghiera e di penitenza, affinché il Signore ci guarisca da tutte le infermità fisiche e morali”. Mons. Morosini invita “tutti – per come e per quanto possibile – di soffermarsi a pregare, con fede e speranza, dinanzi al venerato Quadro perché, presto, siano restituite al mondo intero la salute, la gioia e la pace”.