Una serie di incontri virtuali tra il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e i vertici del Consiglio d’Europa hanno segnato un’altra tappa delle celebrazioni, in questo 2020, del 50° anniversario della presenza della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. “Fin dal momento della fondazione” di questa istituzione pan-europea, ha detto il cardinale, intervenendo alla riunione del Comitato dei ministri (massimo organo politico del CdE), la Santa Sede “ha espresso vivo interesse” per il lavoro di questa istituzione “a favore della tutela e promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in tutto il continente”; ma è la dignità della persona umana “che la Santa Sede considera la sua principale priorità”. Ed è “soprattutto in questo momento storico, in cui siamo tutti preoccupati dalla pandemia Covid-19” che è necessario considerare la “centralità” di questi temi. Parolin ha specificato come alla Santa Sede – che ha lo statuto di “Osservatore permanente presso il Consiglio” – in realtà non basti “osservare” la realtà, ma “lavori a costruire strutture di solidarietà a beneficio di tutti”, muovendo da alcune “verità universali” che il cardinale ha elencato e tratteggiato nel suo intervento, in cui ha più volte fatto riferimento alle parole di Papa Francesco e in particolare alla visita di Bergoglio a Strasburgo il 25 novembre 2014. Parolin ha anche incontrato virtualmente le Ong cattoliche che lavorano a Strasburgo e le ha esortate in particolare a “promuovere la fraternità umana” e a “unire le forze”.