“L’odio non può essere combattuto con l’odio”. È quanto dichiara il card. Christoph Schönborn, intervistato da Famiglia cristiana, a proposito dell’attacco terroristico a Vienna dello scorso 2 novembre. “Questo ragazzo si era radicalizzato, era entrato nell’ambito dell’ideologia Daesh ed era stato in carcere per questo. Ma poi era stato rilasciato per buona condotta, anche se, adesso lo sappiamo, si era chiuso in un mondo di violenza e pseudoreligione”, fa notare il cardinale di Vienna a proposito del giovane attentatore: “Questo della tolleranza, della fratellanza, della convivenza tra le religioni è un tema più ampio di quello che è accaduto in Austria e che Papa Francesco ha affrontato molto bene con la sua ultima enciclica Fratelli tutti”. “Dopo l’attentato noi abbiamo cercato di dare una risposta semplice con questa veglia e re così alla violenza di questo ragazzo di vent’anni”, spiega Schönborn: “Certamente un tale attentato ci impone anche un momento di riflessione. Dobbiamo chiederci cosa ci dicono questi giovani che si radicalizzano”. “Se uno ha un vero rapporto con Dio questo legame non può essere altro che una relazione di ascolto, di fiducia, di venerazione, di amore, non certo una spinta a fare del male agli altri”, precisa Schönborn rifiutando la tesi del legame tra religione ne violenza. “C’è sempre la tentazione del diavolo che cerca la divisione, l’odio, il disprezzo dell’altro. Ma noi non dobbiamo cedere a questo e anzi dobbiamo lavorare sempre di più e meglio per rafforzare la nostra fraternità”.