È stata presentata ieri sera, nel duomo di Teramo, la nuova lettera pastorale di mons. Lorenzo Leuzzi dal titolo “Costruire insieme! ‘E voi chi dite che io sia?’ (Mc 8,29)”. La riflessione del vescovo di Teramo-Atri parte proprio dal momento che la società si trova a vivere, l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus Covid-19, situazione all’interno della quale viene sottolineata la fedeltà della comunità nella ripresa della vita liturgica e nel servizio silenzioso nei confronti di chi era ed è in difficoltà. “Insieme abbiamo vissuto la gioia di scoprire, forse senza pensarlo, le tre virtù teologali: la fede, la speranza e la carità”, le parole di mons. Leuzzi che invita a riscoprire “la vita nuova ricevuta in dono nel Battesimo”, ricordando le parole di Papa Francesco in occasione della preghiera straordinaria del 27 marzo 2020: “Non basta credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te”. L’emergenza sanitaria sollecita “la Chiesa locale a crescere nella consapevolezza che essa non è un gruppo portatore di un messaggio religioso o sociale – sia pure di alto valore – ma è il luogo in cui l’uomo può incontrare il Risorto e camminare con Lui nella storia”, si legge nella lettera pastorale che sottolinea come la pandemia abbia richiamato tutta l’umanità “a impegnarsi con fiducia e creatività nell’accoglienza del cambiamento d’epoca”, invitando la Chiesa a “costruire la civiltà dell’amore, in cui ogni uomo vale per quello che è e non solo per quello che fa”, come indicato da papa Francesco nell’ultima enciclica “Fratelli tutti”. Quattro i pilastri che mons. Leuzzi individua come “punti di riferimento per la costruzione della realtà ecclesiale e il nostro impegno di testimonianza nella società”: il Vangelo di Marco; la credibilità della fede; la vita nuova – il dono del battesimo; costruire insieme la Chiesa e la società. L’invito finale del vescovo è a riprendere il cammino con fiducia, incoraggiati dalla “certezza che il Risorto chiede alla nostra Chiesa una rinnovata fedeltà alla sua persona”. Richiamando tutti alla responsabilità di non deludere il Signore ed invitando le nuove generazioni a prepararsi a vivere il cambiamento d’epoca con intelligenza e creatività, il vescovo aprutino rinnova alla comunità la domanda che è il titolo della lettera pastorale: “E tu chi dici che io sia? Vi auguro di rispondere: Tu sei il Cristo!”.