“La maggior parte dei nati morti sono causati da una scarsa qualità dell’assistenza durante parto e nascita”. Secondo il nuovo rapporto “A Neglected Tragedy: The Global Burden of Stillbirths” (“Una tragedia dimenticata: il peso globale dei bambini nati morti”) di Unicef, Oms, Gruppo della Banca mondiale e la Divisione per la popolazione dell’Undesa, “la mancanza di investimenti nei servizi prenatali e durante il parto e nel rafforzamento della forza lavoro del personale infermieristico e ostetrico è una delle sfide principali. Oltre il 40% dei bambini nati morti si verifica durante il parto, una perdita che si potrebbe evitare con l’accesso durante il parto di un operatore sanitario formato e di assistenza ostetrica d’emergenza tempestiva”. per la precisione, “circa la metà dei nati morti in Africa subsahariana e in Asia centrale e meridionale si è verificata durante il parto, rispetto al 6% in Europa, America settentrionale, Australia e Nuova Zelanda”.
Anche prima che la pandemia causasse gravi interruzioni dei servizi sanitari, “poche donne nei Paesi a basso e medio reddito ricevevano cure tempestive e di alta qualità per prevenire i nati morti”. La metà dei 117 Paesi analizzati nel rapporto “ha una copertura che va da un minimo inferiore al 2% a un massimo di solo il 50% per 8 importanti interventi per la salute materna come il parto cesareo, la prevenzione della malaria, la gestione dell’ipertensione in gravidanza e il rilevamento e il trattamento della sifilide”. Si stima che la copertura per il parto naturale assistito – un intervento fondamentale per la prevenzione dei nati morti durante il travaglio – “raggiunga meno della metà delle donne in gravidanza che ne hanno bisogno”.
Di conseguenza, “nonostante i progressi nei servizi sanitari per prevenire o curare le cause di morte dei bambini, i progressi nella riduzione del tasso di bambini nati morti sono stati lenti. Dal 2000 al 2019, il tasso annuo di riduzione dei casi di bambini nati morti è stato solo del 2,3%, a fronte di una riduzione del 2,9% della mortalità neonatale e del 4,3% della mortalità tra i bambini di età compresa tra 1 e 59 mesi. I progressi, tuttavia, sono possibili grazie a politiche, programmi e investimenti solidi”.
“Accogliere un bambino nel mondo dovrebbe essere un momento di grande gioia, ma ogni giorno migliaia di genitori provano una tristezza insopportabile perché i loro bambini sono nati morti”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “La tragedia dei bambini nati morti dimostra quanto sia vitale rafforzare e preservare i servizi sanitari essenziali e quanto sia fondamentale aumentare gli investimenti in personale infermieristico e ostetrico”.