Il patriarca Kirill di Mosca ha dovuto rinunciare oggi alla tradizionale visita e solenne celebrazione alla lavra (piccolo monastero) della Trinità nel giorno in cui la Chiesa ortodossa celebra il “riposo del monaco Sergio, igumeno di Radonezh”. “La ragione di ciò è stato il mio recente contatto con una persona a cui è stata diagnosticata un’infezione da coronavirus”, ha scritto lo stesso Patriarca in un messaggio al rettore del monastero, pubblicato dall’ufficio stampa del patriarcato. “Il tempo necessario dal punto di vista medico per la mia quarantena personale non è ancora scaduto. Ho ritenuto impossibile esporre tutti voi al pericolo di infezione”. “L’attuale pandemia”, si legge ancora nel messaggio “è un serio banco di prova che ci dà l’opportunità di convincerci del potere della preghiera e ci impone di intensificare le nostre azioni spirituali personali per liberare il nostro popolo dall’epidemia omicida”. Secondo il patriarca “ci sono due vie d’uscita da ogni prova, compresa quella attuale”, o ci si “sbriciola interiormente” perché si perde “la fede e la speranza nell’aiuto di Dio”, oppure “se ne esce rafforzati dalla consapevolezza che tutto accade secondo la Provvidenza dell’Onnipotente”.
Anche in Russia, la diffusione del virus ha ripreso vigore nelle ultime settimane. Secondo il Centro di crisi, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 11.493 nuovi casi e dall’inizio della pandemia i casi totali sono 1.260.112, i decessi 22.056.