La crescita dei movimenti migratori nel mondo e in Europa non accenna a diminuire. Nel 2019 il numero di migranti internazionali è aumentato attestandosi a circa 272 milioni, pari al 3,5% della popolazione mondiale. In 50 anni il numero di immigrati nel mondo è quasi quadruplicato (era pari a 84 milioni nel 1970). Sono i dati contenuti nel Rapporto Immigrazione 2020 di Caritas italiana e Fondazione Migrantes. L’India rimane il Paese con il maggior numero di emigrati all’estero (17,5 milioni), seguita da Messico e Cina (11,8 milioni e 10,7 milioni). Gli Stati Uniti sono il principale Paese di destinazione con 50,7 milioni di immigrati internazionali, seguito dall’Arabia Saudita con 13,1 e dalla Russia con 11,9. I migranti per motivi di lavoro sono stimati pari a 164 milioni. Secondo il Global trend report dell’Unhcr la popolazione di migranti forzati, invece, ammonta a 79,5 milioni di persone, di cui 45,7 milioni di sfollati interni, 26 milioni di rifugiati (la Siria rimane al primo posto con 6,6 milioni, seguita dal Venezuela con 3,7 milioni), e 4,2 milioni di richiedenti asilo. Riguardo all’Europa, nel 2019 vi risiedevano oltre 82 milioni di migranti internazionali, quasi il 10% in più rispetto al 2015 (75 milioni). Oltre il 50% è nato in Europa. I migranti non europei, invece, tra il 2015 e il 2019 sono aumentati da poco più di 35 milioni a circa 38 milioni. La Germania, con oltre 13 milioni di migranti, è il Paese con il maggior numero di cittadini stranieri residenti (+3 milioni negli ultimi 4 anni). Seguono Regno Unito e Francia con 9,5 milioni e 8 milioni. L’Italia e la Spagna sono state la quinta e la sesta destinazione in Europa nel 2019, con circa 5 milioni ciascuna.