“Stiamo parlando delle sfide per l’Italia, non solo per i cittadini stranieri”. Così Manuela De Marco, dell’Ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana, nel presentare il XXIX rapporto sull’immigrazione curato da Caritas e Fondazione Migrantes. “C’è tanto bisogno di imparare – aggiunge –. La formazione è la prima chiave per alzare il livello complessivo di tutti, non solo degli stranieri, anche degli italiani. Come Paese dobbiamo investire di più sulla professionalizzazione. Lavoro e istruzione sono le sfide dei prossimi anni”.
“I giovani stranieri sono più dinamici, hanno un tasso di occupazione più elevato a parità di età ma con mansioni meno specifiche. Il 10% degli studenti è straniero ma il loro tasso di scolarizzazione nella scuola secondaria diminuisce di oltre un terzo”. De Marco ha definito la tendenza che vede i ragazzi di origine straniera iniziare a lavorare non appena finiscono la scuola dell’obbligo, anche se “non ce lo possiamo permettere – commenta – perché abbiamo bisogno di crescere tutti”. Altro fenomeno su cui si è soffermata l’esperta è la disoccupazione femminile: “C’è – riporta – un basso tasso di professionalizzazione specie fra alcune nazionalità come la pachistana e la bengalese in cui arriva al 90 per cento. Spesso perché c’è un forte gap di conoscenza della lingua italiana un punto su cui invertire la rotta”.