Bolivia: continua il monitoraggio di Chiesa, Ue e Onu. “Bene il dibattito in vista delle elezioni, ma preoccupazione per atteggiamenti di violenza”

“Siamo vicini alle elezioni nazionali, in un contesto di importanti progressi nelle istituzioni democratiche; ma, allo stesso tempo, con un clima di tensione e confronto politico che non fa bene alla società boliviana”. Lo scrivono, in una nota congiunta, la Conferenza episcopale boliviana, l’Unione europea e le Nazioni Unite, che proseguono nel loro compito di monitoraggio, in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 18 ottobre.
Si legge nel comunicato, diffuso ieri: “Apprezziamo profondamente che il dibattito per le presidenziali venga visto come importante nei processi elettorali; ciò consente ai candidati di essere vicini all’elettorato, informando e discutendo sulle proprie proposte. È un modo costruttivo e pacifico per aiutare i cittadini a prendere le migliori decisioni in modo libero e sovrano”.
Gli organismi sottolineano che la fiducia nell’imparzialità del Tribunale supremo elettorale (Tse) “è fondamentale per il raggiungimento dei risultati attesi: elezioni credibili, affidabili e trasparenti che rafforzino le istituzioni boliviane e la democrazia. Riconosciamo gli enormi sforzi compiuti dal Tse e dai Tribunali elettorali dipartimentali, che hanno messo a disposizione informazioni liberamente accessibili anche ai cittadini, e dalle stesse missioni di esperti e di osservatori, sia nazionali sia internazionali, che accompagneranno le elezioni nazionali”.
Tuttavia, prosegue la nota, “notiamo con preoccupazione che, nonostante questi importanti progressi nel processo elettorale boliviano, stiamo riscontrando atteggiamenti di confronto politico e crescente violenza tra le diverse rappresentanze politiche e contro i media. Chiediamo urgentemente a tutti gli attori politici, in particolare ai candidati, ai loro militanti e sostenitori, di contribuire al clima di pace e tolleranza che deve prevalere in questo momento cruciale e storico per la vita democratica del Paese. Con la violenza non sarà possibile risolvere le grandi sfide della democrazia boliviana. La capacità di dialogo e accordo dovrebbero essere lo strumento primario affinché, in un’atmosfera di unità e rispetto, si possano risolvere i conflitti e superare la polarizzazione politica”.

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