“Durante l’emergenza Covid-19 molti dei servizi residenziali a supporto delle persone con maggiori fragilità (persone con disabilità, grave e gravissima, e anziani non autosufficienti) sono stati messi a dura prova sia perché per loro natura erano e sono strutturati in gruppi sia perché sono mancati raccordi con gli enti pubblici deputati a supportare la salute dei cittadini, lasciando le strutture gestionali dei tali servizi ad affrontare il tutto in maniera assolutamente isolata…”. Lo ricordano Anffas, Agespi, Anaste, Ansdipp, Aris, Uneba, in una lettera inviata all’attenzione del Parlamento, della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero della Salute, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, delle Regioni e della Conferenza unificata e Anci. “Questo sacrificio, però, oggi rischia di risultare inutile, se non si comprende che ancora per mesi (se non di più) le strutture residenziali continueranno a vivere situazioni che richiedono da un lato un adeguato investimento, nella cura delle persone assistite, degli standard di assistenza e di cura cui si accompagna un investimento significativo in interventi volti a prevenire il diffondersi, al loro interno, del Covid-19 e dall’altro lato non vedono riconosciuto tale sforzo”, prosegue la lettera.
Decisa è quindi la richiesta che arriva alle istituzioni: “Occorre intervenire con una forte cabina regia di livello centrale che garantisca l’intervento specifico per ciascuna delle criticità sopra dette sia in termini organizzativi e di supporto, ma anche in termini economici, partendo come detto dalla decretazione d’urgenza del periodo e dal Recovery Fund, evitando quindi che tutti gli sforzi sviluppati naufraghino per l’incapacità di traghettare le varie strutture oltre la fine della fase dell’emergenza”.
Disponibilità massima è stata ovviamente data per un incontro con le istituzioni competenti e per la collaborazione a una eventuale apertura di un gruppo e/o Tavolo di lavoro per predisporre risposte chiare, urgenti e agili, anche sotto forma di decretazione d’urgenza o di interventi parlamentari, il tutto con il fine fondamentale di evitare il grave rischio di veder collassare servizi che danno risposte a centinaia di migliaia di persone con disabilità grave e gravissima e persone anziane non autosufficienti e loro famiglie.