Terzo settore: Ail, presentata la prima Scuola nazionale di formazione per i volontari

L’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma (Ail) “vuole che i suoi volontari siano sereni e responsabili, vuole accrescere la cultura del dono solidale e potenziare le fila dei suoi volontari”. Con questa intenzione, espressa dal presidente nazionale Sergio Amadori, nasce la prima Scuola nazionale di formazione Ail per volontari che è stata presentata quest’oggi.
L’obiettivo di questa iniziativa, promossa con il supporto non condizionante di Pfizer, è quella di preparare volontari sereni, consapevoli e competenti, capaci di affrontare e risolvere le più diverse situazioni. “Mettere a punto programmi di formazione specifici e linee guida omogenee da nord a sud del Paese è la strategia vincente”, ha spiegato Amadori, aggiungendo che “la Scuola nasce dopo un lungo lavoro, grazie all’esperienza maturata dai volontari più esperti e dalle competenze delle psicologhe Ail. Vogliamo che essa diventi punto di riferimento per quanti desiderano avvicinarsi alla nostra organizzazione e che consenta quell’ulteriore salto di qualità che oggi è richiesto al Terzo settore”.
Alla conferenza stampa di presentazione è intervenuto anche l’economista Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali: “Il volontariato – ha sottolineato – ha una vocazione nascosta che è quella di affermare e diffondere dentro la società di cui è parte quel principio di fraternità e di reciprocità che lo contraddistinguono, non basta dire ‘solidarietà’”. Zamagni ha evidenziato anche “la necessità di una Scuola, non solo strumento di formazione, ma costruttrice di un pensiero che vada al di fuori delle aule e che possibilmente arrivi a tutti gli ambiti della vita associata, perché il volontariato ha bisogno soprattutto di essere riconosciuto per quel che è, prima ancora che per quel che fa”.
Il programma di studio messo a punto da Ail comprende tre giornate di lavoro ogni due settimane, una formazione di base tenuta da volontari esperti, da psicologi e personale sanitario e, per le giovani leve, incontri formativi, colloqui e tutoraggio con supervisione delle attività.

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