“La lotta contro i virus è la nuova frontiera della medicina”. Parola di Filippo Anelli, presidente Fnomceo, che così commenta l’assegnazione del Nobel per la medicina a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles Charles M. Rice, per la scoperta del virus dell’epatite C.
“Più ancora dei tumori, nei confronti dei quali la prevenzione primaria e secondaria e le terapie hanno abbattuto la mortalità, sono oggi i virus il nemico più insidioso – prosegue Anelli -. La vera sfida è quindi isolare i nuovi virus per mettere a punto vaccini e terapie. Questo Nobel a tre virologi, assegnato proprio nell’anno della pandemia di Covid-19″, costituisce “un riconoscimento significativo dell’importanza di questa branca della scienza medica”. “Mentre contro il nuovo Coronavirus gli antivirali sin qui testati non hanno dimostrato una grande efficacia, i nuovi farmaci contro l’epatite C, in particolare quelli di seconda generazione, hanno salvato centinaia di migliaia di vite, permettendo l’eradicazione del virus dall’organismo nel 90% dei casi”, aggiunge. Il presidente Fnomceo ricorda quindi la mozione del Consiglio nazionale della Federazione, nel 2016, affinché il prezzo di questi nuovi farmaci “fosse abbattuto e fosse estesa la platea degli aventi diritto alla somministrazione, cosa poi avvenuta”. I virus, conclude, differiscono “per struttura, contagiosità, virulenza, via di trasmissione, meccanismo di infezione delle cellule, e quindi diverse devono essere anche le strategie per combatterli. Per il nuovo Coronavirus si sta puntando, più che sugli antivirali, sul vaccino e sugli anticorpi monoclonali. Il Premio Nobel ai ‘cacciatori di virus’ è quindi anche un segnale di speranza, perché la ricerca ci metta presto a disposizione strumenti di prevenzione e di cura efficaci per il Covid-19”.