L’Ispettoria “Gesù Adolescente” del Medio Oriente (Mor) è stata tra le più colpite dalla pandemia di Covid-19. Qui, oltre all’emergenza sanitaria, i salesiani si sono trovati a fronteggiare la persistente crisi economica e altre gravi tragedie, come l’esplosione di Beirut dello scorso 4 agosto. A fare il punto della situazione è oggi l’agenzia salesiana Ans. “In Libano, già instabile dal punto di vista socio-economico, la situazione si è ulteriormente aggravata proprio dopo l’esplosione di Beirut. I casi di Covid-19 aumentano progressivamente per questo i salesiani hanno deciso di rimandare le tradizionali attività fino a quando il Governo non permetterà il normale svolgimento degli incontri. Al tempo stesso, hanno previsto un concreto aiuto alle persone più vulnerabili, attraverso la donazione di cibo e beni di prima necessità e istituendo una borsa di studio per i figli delle famiglie più colpite dalla pandemia. Nelle scuole salesiane la didattica è a distanza”. In Egitto la Famiglia salesiana sta distribuendo kit alimentari ed igienici. Qui, inoltre, circa 30 famiglie hanno ricevuto un sostegno supplementare, attraverso piccoli importi in denaro per coprire le spese di base come affitto, elettricità e acqua. La direzione degli istituti salesiani al Cairo e ad Alessandria ha poi deciso di rispondere alle esigenze delle famiglie più svantaggiate degli studenti iscritti, offrendo borse di studio e riduzione delle tasse scolastiche per l’anno scolastico 2020-21. Misure simili sono state adottate anche a Betlemme e Nazareth dove dal 23 settembre le scuole sono chiuse e l’intera attività educativa dovrà essere effettuata a distanza. “Restano drammatiche le condizioni della Siria. Alla fine di giugno, con l’apparente diminuzione del tasso di infezione da Covid-19, i salesiani hanno deciso di riaprire i loro centri di Aleppo e Damasco, per alleviare lo stress psico-sociale delle famiglie e dei bambini”. Purtroppo, spiega Ans, “durante il mese di agosto, una nuova ondata di infezioni ha colpito il Paese e molte persone ne sono state colpite, portando a una nuova chiusura dei centri. I salesiani sono rimasti però concentrati sui bisogni delle famiglie siriane e hanno sviluppato un duplice intervento: uno economico, per aiutare chi ha perso le proprie fonti di reddito, e uno educativo, per non lasciare soli i bambini e i ragazzi che stanno vivendo problemi di apprendimento”.