“La connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità”. Ne è convinto il Papa, che nella parte della “Fratelli tutti” dedicata alla “illusione della comunicazione” stigmatizza, in rete, “il pullulare di forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro”. “L’aggressività sociale trova nei dispositivi mobili e nei computer uno spazio di diffusione senza uguali”, la tesi di Francesco: “Ciò ha permesso che le ideologie abbandonassero ogni pudore. Quello che fino a pochi anni fa non si poteva dire di nessuno senza il rischio di perdere il rispetto del mondo intero, oggi si può esprimere nella maniera più cruda anche per alcune autorità politiche e rimanere impuniti”. Senza contare che, nel mondo digitale, “operano giganteschi interessi economici, capaci di realizzare forme di controllo tanto sottili quanto invasive, creando meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico”. “Il funzionamento di molte piattaforme finisce spesso per favorire l’incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze”, osserva il Papa: “Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio”. “Oggi tutto si può produrre, dissimulare, modificare”, ma “la saggezza non si fabbrica con impazienti ricerche in internet”, ha bisogno dell’incontro concreto con l’altro.