Quest’anno, in emergenza Covid-19, molti rispondono alle nuove inquietudini scegliendo la via delle donazioni e dei lasciti solidali. “All’interno del tempo in cui siamo stati confinati, in cui il futuro sembrava essere scomparso, assorbito dal presente, abbiamo scoperto come invece questo futuro fosse fondamentale per la nostra vita”, spiega Mario Pollo, già professore di pedagogia generale e sociale e di psicologia all’Università Lumsa di Roma. Secondo la ricerca “Gli italiani e la solidarietà dopo il Coronavirus”, commissionata dal suddetto Comitato e realizzata da Walden Lab, dopo il lockdown e in pieno allarme pandemia, il 20% degli over 50 dichiara di aver fatto o di essere orientato a fare un lascito solidale in favore di un’organizzazione no profit, l’8% in più rispetto al 2018. “E se sono quasi 7 italiani su 10 che dichiarano di avere fatto una donazione almeno una volta nella vita – si legge in un comunicato -, nel primo semestre di quest’anno la percentuale di chi ha compiuto un gesto concreto è salita al 28%, rispetto al 21% dell’anno precedente”.
Secondo l’indagine, il 72% della popolazione adulta (25-75 anni) sa cosa sia un lascito solidale. Tra gli over 50, il segmento di popolazione più orientato all’idea di fare testamento, la crescita è molto netta: nel 2020 ha raggiunto l’80. “L’emergenza Coronavirus ha reso gli ambiti dei nostri interventi ancora più critici e il sostegno che le organizzazioni no profit possono dare a tante cause sociali dal contrasto della povertà alla lotta alla fame, dalla cura delle persone con malattie degenerative e disabilità, alla ricerca scientifica, dalla salvaguardia dell’ambiente alla difesa dei diritti umani è oggi ancora più decisivo”, sostiene Rossano Bartoli, portavoce del Comitato testamento solidale e presidente della Lega del filo d’oro. Iniziative, progetti e una guida sono scaricabili dal sito www.testamentosolidale.org.