“Continuiamo a essere vicini al cardinale presidente. Lo accompagniamo con la preghiera e l’affetto del Popolo di Dio, certi che il Signore non farà mancare la sua consolazione e il suo sostegno in questa prova”. La Chiesa perugino-pievese fa sue le parole del segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, dopo il ricovero stamattina del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, all’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, a seguito della positività al Covid-19 riscontrata nei giorni scorsi.
E proprio alla sua comunità diocesana il card. Bassetti ha scritto nella serata di ieri, 30 ottobre, in vista della solennità di Ognissanti, una lettera-messaggio dal titolo: “L’Eucarestia al centro della vita dei cristiani”.
“L’Eucarestia, soprattutto in questo periodo così difficile, non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze ma dev’essere rimessa, con ancora più forza, al centro della vita dei cristiani – osserva il porporato -. L’Eucarestia non è soltanto il Sacramento in cui Cristo si riceve – l’anima è piena di grazia e a noi è dato il pegno della gloria futura – ma è l’anima del mondo ed è il fulcro in cui converge tutto l’universo. In definitiva, l’Eucarestia è pro mundi salute, ovvero per la salvezza del mondo, e pro mundi vita, per la vita del mondo”.
Quel pane consacrato “trascende dallo stesso altare, abbraccia tutto l’universo e stringe a sé tutti i problemi dell’umanità, perché il corpo di Gesù è strettamente unito al corpo mistico che è tutta la Chiesa. Non c’è situazione umana a cui non possa essere ricondotta l’Eucarestia”. Anche “le vicende drammatiche che stiamo vivendo in questi giorni in Italia – come l’aumento della diffusione dell’epidemia, la grave crisi economica per molti lavoratori e per tante imprese, l’incertezza per i nostri giovani della scuola – non sono al di fuori della Santissima Eucarestia. Mi ricordo che Padre Turoldo ci insegnava queste cose con grande chiarezza. E più vado avanti negli anni, più cerco di sperimentarle e più le sento vere. Non c’è consolazione, non c’è conforto, non c’è assenza di lacrime che non abbia il suo riferimento a Gesù Eucarestia”.
E rivolto a preti, consacrati, i giovani, famiglie e bambini dell’arcidiocesi il card. Bassetti rivolge un auspicio: “Vorrei che in questo periodo di così grave sofferenza non sentissimo la croce come un peso insopportabile ma come una croce gloriosa. Perché la Sua dolce presenza e la Sua carezza nell’Eucarestia fanno sì che le braccia della croce diventino due ali, come diceva don Tonino Bello, che ci portano a Gesù”.
E conclude: “Con ‘impazienza’ noi aspettiamo di contemplare il volto di Dio poiché ‘nella speranza noi siamo stati salvati’ (Rom 8, 18.24). Pertanto, è assolutamente necessario sperare contro ogni speranza, ‘Spes contra spem'”.