“Come ci ha ricordato Papa Francesco, questa difficile situazione lancia a tutti un pressante invito a diventare più consapevoli della nostra comune condizione umana: la precarietà e la reciprocità sono alla base della nostra vita. Se queste dimensioni vengono ignorate, si perde la responsabilità che deve accompagnare ogni attività umana. Siamo chiamati a riconoscere che il vero cambiamento che ci è richiesto va nella direzione di un’autentica solidarietà e di vera fraternità”. Lo ha scritto mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio, nella lettera alla comunità diocesana e a quella civile del territorio, nel momento in cui i contagi per il Covid-19 sono in continuo aumento.
“Se le scelte sono doverose per salvaguardare la salute mia e di tutti, perché il peso deve ricadere solo su qualcuno?”, si è chiesto mons. Cevolotto, dopo aver visto le proteste delle piazze. Se c’è “un appello a un patto civile e sociale” allora – ha continuato il vescovo di Piacenza-Bobbio – che l’alleanza si faccia con tutti a partire dai “comportamenti responsabili” che però devono fare “un salto di qualità”: è necessaria “una solidarietà diffusa, che tocchi gli interessi economici di tutti”.
In concreto, “potrebbe essere responsabilizzante l’attivazione dei Bilanci personali, familiari
o comunitari di giustizia, stabilendo che una parte di essi sia devoluto a chi è più in necessità”. E ancora: alimentare “il fondo di solidarietà ‘Insieme Piacenza’ avviato in estate tra comune di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Crédit Agricole e diocesi”.
Il vescovo Cevolotto, infine, si impegna, “per quanto riguarda i beni della diocesi, a mettere in atto queste proposte” e invita “i sacerdoti perché, nel tempo della pandemia” stabiliscano “una quota mensile da devolvere a favore delle situazioni più bisognose economicamente. Se riusciremo a rompere la logica del ‘si salvi chi può’, trasformeremo questo momento di crisi in una reale conversione”.