“Confermo e rinnovo vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori della Whirpool, nella condivisione delle loro ansie e della loro legittima rivendicazione del diritto al lavoro”. Lo scrive il card. Crescenzio Sepe, a nome suo e della Chiesa di Napoli, di cui è pastore, in un messaggio ai lavoratori. “Seguo da tempo questa vicenda che è certamente triste e che trovo del tutto assurda per il protrarsi di un’attesa lunga e snervante rispetto ad una composizione possibile della vertenza con la Società titolare o rispetto all’individuazione di una credibile soluzione alternativa con la mediazione e la necessaria garanzia delle Istituzioni”, prosegue l’arcivescovo di Napoli, che ricorda: “Sono stato più volte nello stabilimento di Napoli, dove ho anche celebrato una festa del Primo Maggio e la Messa, perché il lavoro è fattore fondamentale nell’affermazione della dignità della persona”.
Il porporato evidenzia: “Ho sempre trovato un’azienda fiorente, moderna e competitiva grazie all’alto livello professionale di tutte le maestranze. Conseguentemente, mi è sembrato incomprensibile e ingiustificabile la decisione aziendale di chiudere lo stabilimento”. Rispetto a tale “imminente ipotesi”, secondo il card. Sepe, “non si può restare indifferenti e prendere semplicemente atto. È necessario che le Istituzioni nazionali e locali, in ragione del loro ruolo e potere, si attivino decisamente e concretamente”.
Poi l’appello: “Bisogna salvare un’azienda che rappresenta un’eccellenza nel mondo produttivo cittadino e meridionale. Occorre tutelare i lavoratori e le loro famiglie. Napoli, già provata sul piano occupazionale e sociale, non può essere ulteriormente privata di una struttura produttiva valida e apprezzata sui mercati”.
E conclude: “A nome della Chiesa di Napoli esprimo l’auspicio – e rivolgo un accorato appello alle autorità competenti – che dall’incontro odierno possa uscire una scelta che sia rassicurante per tutti, mantenendo aperto e attivo lo stabilimento Whirpool di Napoli”.