Quattro anni fa la scossa del 30 ottobre che, dopo quelle del 24 agosto e del 26 ottobre che distrussero interi borghi del Centro Italia, colpì in modo drammatico Norcia e i centri circostanti sbriciolando anche la chiesa di san Benedetto. Oggi nella città natale di san Benedetto, patrono d’Europa, non sono previste manifestazioni e celebrazioni per ricordare questo quarto anniversario. Ad impedirle le restrizioni adottate dalle Istituzioni per porre un freno al diffondersi dei contagi da Covid-19. “Sono passati 4 anni, 1.460 giorni”, ricorda in un video messaggio inviato al Sir, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, durante i quali “abbiamo sentito tutto il peso, la fatica e anche la delusione di cui abbiamo tante volte abbiamo parlato e che non vogliamo ripetere più. Ma stiamo vivendo un momento difficile aggravato anche dalla situazione di emergenza che si prolunga nel tempo”, aggiunge l’arcivescovo per il quale risuona “particolarmente attuale e urgente in questa circostanza il monito di Papa Francesco: più grave della pandemia e, io aggiungo del terremoto, sarebbe soltanto l’incapacità di cogliere un messaggio che la pandemia e il terremoto ci portano: il messaggio di una vita seria, che sa valorizzare ciò che è essenziale e sa ricominciare sempre di nuovo”. “Inutile piangersi addosso e moltiplicare le lamentazioni” rimarca mons. Boccardo che esorta a “dare una svolta all’esistenza e riempirla di cose nuove e valide che illuminano la mente e riscaldano il cuore”. “Io credo che questo anniversario, il quarto di questo terremoto, debba spingerci tutti a una profonda revisione di vita. Siamo sollecitati a questo anche dalla pandemia che torna a farci sperimentare la fragilità, la trepidazione e l’incertezza del futuro. Fissiamo la nostra attenzione sulle cose essenziali – conclude – lasciamoci guidare da questa sapienza naturale di credenti, che lo Spirito di Dio infonde nei nostri cuori, lasciamoci guidare da questa ricerca di cose grandi capaci di dare senso e rendere feconda la nostra vita”.
A Norcia, dopo quattro anni, sono circa 1.700 le persone che vivono ancora fuori dalle proprie abitazioni. A rallentare il loro rientro le pastoie burocratiche che adesso dovrebbero essere eliminate grazie ai vari provvedimenti di snellimento voluti da Giovanni Legnini, il quarto commissario alla ricostruzione dal 2016. Nell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia sono 300 le chiese ancora inagibili, tra queste santa Maria Argentea, e la chiesa di San Benedetto al cui restauro dovrebbe contribuire l’Eni come accadde per la basilica di Collemaggio all’Aquila, danneggiata dal sisma del 2009. A rendere ancora più amaro questo giorno l’ultimo Dpcm anti Covid che impone la chiusura dei ristoranti alle 18, lasciandoli aperti invece la domenica. Unanime il disappunto dei commercianti e dei ristoratori della zona che sul flusso turistico puntavano le loro speranze di ripresa economica. Le raccomandazioni delle Istituzioni a non muoversi e a evitare spostamenti inutili hanno di fatto messo in ginocchio l’economia locale.