A seguito dell’attentato avvenuto ieri mattina nella basilica di Notre-Dame, a Nizza, il presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii), Yassine Lafram, si è recato ieri sera in cattedrale, nel rispetto delle misure anticovid, per incontrare l’arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi, e manifestargli il “profondo cordoglio” per le vittime della strage. L’arcivescovo, che esprime la propria vicinanza alla Chiesa di Nizza, a quella francese e alle famiglie colpite dall’attentato, ha pregato per loro in cattedrale. “In questo doloroso momento ci sono sdegno e tristezza – ha affermato il card. Zuppi – perché ancora una volta vengono colpite persone innocenti e le comunità cristiane. Ci deve essere da parte di tutti la condanna di ogni tipo di violenza, maggiormente di quella che bestemmiando nel nome di Dio usa le religioni per giustificarsi”. Dal cardinale l’invito a “ricordarci che siamo tutti fratelli e che l’unica via da percorrere è quella del dialogo, per isolare i terroristi e perché nessun credente sia vittima di violenza”. “Siamo vicini a coloro che sono stati colpiti e a quelli impegnati in prima linea a portare aiuto, fede e speranza. Preghiamo anche, come ha fatto Papa Francesco esprimendo vicinanza a tutta la comunità cattolica e al popolo francese, perché il perdono di Cristo prevalga sempre di fronte a questi atti contro l’umanità”.
Il cordoglio delle comunità islamiche italiane è stato espresso anche alle famiglie delle vittime della strage. “Condanniamo con forza gli estremismi violenti – ha dichiarato Lafram in un messaggio – che nulla hanno a che vedere con gli insegnamenti della nostra religione e il nostro credo. Nessuno usi il nome di Allah indegnamente per giustificare atti ingiustificabili, deprecabili e barbari”. L’Unione manifesta la sua preoccupazione in merito al degenerare continuo della situazione interna francese. “È importante che, in questi momenti di tensione, si abbassino immediatamente i toni per poter agevolare una proficua collaborazione per il bene delle nostre società europee. Serve per questo uno sforzo collettivo da parte di tutti, società, istituzioni francesi ed europee”.