Perù: il Papa scrive all’arcivescovo di Lima in occasione del “mese viola” e della festa del Signore dei Miracoli

“Mi commuove pensare alle dure prove che tanti nostri fratelli e sorelle devono affrontare a causa del virus, che non solo colpisce la salute, ma anche le loro vite, aumentando le ingiustizie, le sofferenze e le incomprensioni che colpiscono la loro dignità personale, senza distinzioni di appartenenza religiosa”. Lo scrive Papa Francesco in una lettera inviata all’arcivescovo di Lima (Perù), mons. Carlos Castillo Mattasoglio, in occasione dell’inizio di quello che è stato chiamato “mese viola”, caratterizzato dalla festa del Signore dei Miracoli, la devozione più sentita dalla gente che vive nella capitale del Perù. “Di fronte alla costernazione e alla sensazione di impotenza che colpisce tutti, senza eccezioni – scrive il Pontefice -, vorrei incoraggiarvi a guardare una volta di più al Signore. Egli non ci abbandona; ci chiama, ci abbraccia con un amore infinito che ci cura, ci conforta e ci salva”.

In quest’ottica assume il suo più autentico significato la devozione al Signore dei Miracoli: “Gesù crocifisso, fissato e immobile sulla croce, non per la forza dei chiodi ma per il suo amore infinito, è la prova più bella dell’amore di Dio verso l’amato popolo peruviano”, scrive Francesco. La tradizionale processione del primo sabato di ottobre, vissuta da tantissimi fedeli, quest’anno non si terrà, dopo che essa si è tenuta ininterrottamente per 332 anni. “Quest’anno – riflette il Papa – la processione non potrà svolgersi lungo le strade, ma questo non impedisce che il Signore realizzi il miracolo di arrivare a migliaia di cuori ben disposti, che con fede semplice riconoscono che Dio fatto uomo continua a camminare con i suoi fratelli e sorelle nel cammino doloroso di ogni epoca, continua a condividere l’incertezza e la sofferenza di tutti, specialmente dei più poveri, esclusi e scartati”.

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