Il versetto dal capitolo 5 del Vangelo di Luca “Prendi il largo e gettate le vostre reti” fa da titolo alla lettera alla Chiesa di Matera-Irsina nel tempo del Covid-19, scritta dall’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo. “Da quando abbiamo cominciato a sentir parlare di Covid-19 c’è stato un alternarsi di paure prima lontane, poi improvvisamente diventate vicine – esordisce il presule – Anche se la vita pastorale è stata bruscamente interrotta, non è mancato l’annuncio del Vangelo che si è fatto carità”. Contro i rischi di narcisismo, vittimismo e pessimismo, mons. Caiazzo invita a ripartire dalla “dimensione spirituale e sociale della nostra fede”, per “ricostruire legami e ricomporre l’umano”. La comunità cristiana è chiamata ad “avere l’orecchio attento ad ascoltare e capire le storie di povertà che si celano dietro ogni persona che si incontra, evitando la tentazione di strumentalizzare le sofferenze altrui per mettere in evidenza quanto siamo bravi”, insiste l’arcivescovo di Matera. Non manca un riferimento ai giovani: “Sono loro che hanno denunciato con forza, lucidità e maturità, ma anche con sofferenza, che non possiamo continuare a non rispondere alle loro attese”. Rispetto all’ambiente, l’impegno è ad “aiutare concretamente la nostra bella terra di Basilicata ad essere terra che produce vita e non morte, affinché i suoi frutti siano condivisi da tutti”. E conclude sottolineando che se “ci siamo resi conto delle tante occasioni mancate”, bisogna “recuperare ripartendo dal Vangelo”, “per essere protagonisti e costruttori di un futuro da consegnare alle nuove generazioni più bello, pulito, ricco di umanità e fraternità”.