In quasi 150 Paesi del mondo è stato incluso l’apprendimento a distanza nella risposta al Covid-19 riguardante l’istruzione, sotto forma di piattaforme online, programmi tv e radio e pacchetti da portare a casa. 9 Paesi su 10 hanno facilitato l’accesso all’apprendimento online, il più delle volte attraverso i telefoni cellulari o offrendo l’accesso a internet a costi agevolati o gratuitamente, ma la copertura di questo accesso è stata estremamente varia. È quanto emerge dal rapporto “What have we learnt?”, diffuso oggi da Unesco, Unicef e Banca mondiale che raccoglie i risultati dei sondaggi sulle risposte nazionali legate al Covid-19 per quanto riguarda l’istruzione effettuati in quasi 150 Paesi tra giugno e ottobre.
Dal rapporto emerge però una netta differenza nella risosta tra Paesi a reddito basso o medio-basso e quelli con reddito alto o medio-alto. Per esempio, “mentre la maggior parte dei Paesi ha riferito che l’apprendimento degli studenti è monitorato dagli insegnanti, un quarto dei Paesi a reddito basso e medio-basso non sta monitorando l’apprendimento dei bambini”. Inoltre, la metà dei rispondenti nei Paesi a basso reddito ha riferito di non disporre di fondi adeguati per le misure di sicurezza, come le strutture per il lavaggio delle mani, le misure di distanziamento sociale e i dispositivi di protezione per studenti e insegnanti, rispetto al 5% dei Paesi ad alto reddito. E ancora: oltre il 90% dei rispondenti con reddito alto e medio-alto ha richiesto agli insegnanti di continuare a insegnare durante la chiusura delle scuole, rispetto a meno del 40% dei Paesi a basso reddito che hanno risposto al sondaggio.
“Non abbiamo bisogno di guardare lontano per vedere la devastazione che la pandemia ha causato all’apprendimento dei bambini in tutto il mondo”, ha dichiarato Robert Jenkins, responsabile dell’istruzione dell’Unicef, secondo cui “dare priorità alla riapertura delle scuole e fornire le tanto necessarie lezioni di recupero è fondamentale”. Jaime Saavedra, direttore globale per l’istruzione della Banca mondiale, ha affermato che “eravamo preoccupati per la povertà educativa già da prima della pandemia e anche per la disuguaglianza nelle opportunità di apprendimento. Il compito di rimettere in moto il processo di apprendimento è estremamente urgente”.