“L’insegnamento ibrido, che associa apprendimento in presenza e online, è destinato a continuare. Avremo bisogno di metodi di insegnamento innovativi e in evoluzione”, ci saranno “sfide per la definizione delle qualifiche, la valutazione e il riconoscimento delle qualifiche stesse”: Marija Pejčinović Burić, segretario generale del Consiglio d’Europa, ha pronunciato queste parole intervenendo alla conferenza online dei ministri dell’istruzione che si svolge oggi, su iniziativa della presidenza greca del Comitato dei ministri. In questo momento il Consiglio ha identificato “quattro assi principali” attorno a cui è necessario concentrare gli sforzi: rafforzare la democrazia attraverso l’istruzione; innovare i metodi di apprendimento e insegnamento; lavorare sulla valutazione e il riconoscimento delle qualifiche; garantire concretamente il diritto all’istruzione degli alunni più vulnerabili. Questi sono anche i temi principali della “Dichiarazione politica sulla risposta dell’educazione alla crisi del Covid-19”, approvata oggi a cui si accompagna una roadmap del Consiglio d’Europa, “che enumera le azioni concrete che l’organizzazione intende intraprendere per assistere i suoi Stati membri e far sì che il diritto all’istruzione” anche in questa difficile fase “sia una realtà”.
Il Covid-19 “è già costato caro alle nostre società e non deve destabilizzarle ulteriormente privando i giovani di pari opportunità e allargando il divario sociale per una nuova generazione”, ha continuato il segretario generale. Per questo l’educazione deve continuare a essere “inclusiva”.