“Con grande dolore siamo testimoni dell’accrescere delle tensioni sociali” e “dell’onda delle proteste di strada”, hanno scritto i membri del Consiglio permanente dell’episcopato polacco, con l’appello “ad un concreto dialogo tra le parti sociali accompagnato dall’espressione delle proprie opinioni senza ricorso alla violenza e dal rispetto della dignità di ogni essere umano”. I presuli chiedono “di non strumentalizzare la Chiesa e la fede” in relazione alle proteste scoppiate in tutta la Polonia dopo la sentenza del Tribunale costituzionale del 22 ottobre scorso riguardante la non liceità dell’aborto nelle situazioni di grave malformazione del feto, finora consentito, come in caso del pericolo di vita della madre o della gravidanza a seguito di un atto di violenza. Il presidente dei vescovi, mons. Stanisław Gądecki, si era congratulato con i giudici della Consulta che avevano emesso la sentenza in quanto, come spiega il documento episcopale del 28 ottobre, “la Chiesa sempre si dichiara a favore della vita e sostiene le iniziative che la proteggono”. Nel documento, inoltre, i vescovi ringraziano tutti, siano essi religiosi o laici, che “con coraggio difendono le proprie chiese” cercando di impedire “la distruzione della proprietà comune, la devastazione e la profanazione dei luoghi di culto” opponendosi quando “viene ostacolato lo svolgimento della liturgia”. L’appello dei vescovi si conclude con una speciale preghiera “per la saggezza e per l’anelito al bene comune di chiunque sia coinvolto nel contrasto in atto”.